Ritorno alla Natura o paura di reclusione?
Stiamo vivendo un periodo storico senza precedenti: mai avremmo immaginato di trovarci relegati in casa , privati della libertà di uscire a nostro piacimento. Ci siamo chiusi in casa per “proteggerci” da un nemico tanto piccolo quanto distruttivo, che ha messo in ginocchio il mondo intero! Mai avevamo assistito ad un evento simile, un evento planetario, una PANDEMIA , che ha appianato ogni differenza. Per la prima volta, dal paese più industrializzato al più depresso, TUTTI abbiamo dovuto fermarci ed alzare le mani in segno di resa. Naturalmente , una resa temporanea, giusto il tempo di riprenderci dallo shock e capire cosa stava succedendo. I nuovi soldati di questa dura e difficile battaglia sono diventati medici, infermieri e volontari , che hanno unito le loro forze, per combattere una battaglia con un nemico sconosciuto e con pochissime armi a loro disposizione. Siamo riusciti inizialmente a fermare il dilagarsi della pandemia, nonostante il prezzo in termini di vite umane è stato davvero molto alto. Abbiamo vinto la prima battaglia, ma la guerra è ancora in corso. In un momento come questo , la gente sembra aver momentaneamente compreso l’importanza di avvicinarsi alla Natura, ai suoi spazi aperti ed incontaminati. I centri commerciali “banditi” dalle solite passeggiate domenicali, e i luoghi accessibili della montagna letteralmente presi d’assalto da gitanti che hanno steso i loro teli e bivaccato in ogni area attrezzata e non dell’Etna ( non ho ancora constatato cosa hanno lasciato!). Che finalmente la gente abbia capito il valore della vita all’aria aperta, oppure è solo la paura di una nuova chiusura e quindi il desiderio di un’ultima boccata d’aria prima della reclusione?