La Sicilia nei viaggiatori del XVII secolo
L’Italia è meta di viaggiatori sin dal XVII secolo. Il viaggio, in generale, si trasforma in un fenomeno di costume , dal Settecento in poi, sistematico e diffuso dalla seconda metà del XVIII sec. La Sicilia entra in ritardo tra le tappe del Grand Tour, essendo un’attrattiva per “palati fini”, per veri avventurosi, a causa della sua posizione remota, difficilmente raggiungibile, all’alone di mistero e d’incognito che l’avvolge, all’ingente patrimonio artistico, all’antichità e consistenza delle sue tradizioni. Sebbene vi siano partire dal 500 resoconti di viaggio di avventurieri inglesi e francesi, è solo a partire dal Seicento che la Sicilia diventa meta costante di viaggiatori tedeschi, inglesi, francesi, polacchi, rumeni, che attraverso il Grand Tour si confrontano con i grandi temi dell’arte e della bellezza. L’approccio alla cultura siciliana è avvenuto in maniera articolata e contrastante , duplice, come doppia è l’anima siciliana, divisa tra ordine e regola che caratterizzano la differenza tra classico e barocco. Ed è nel 700 che la Sicilia esplode nelle fantasie dei viaggiatori più progressisti e assume la caratteristica di meta prediletta da chi ama il classico ma guarda al progresso e alla libertà del futuro.